SCU 2023/24: I primi quattro mesi in Tanzania

A quattro mesi dall’inizio del nostro progetto ‘ Watoto dalla strada alla cura: percorsi di reinserimento per minori’ per l’anno 2023/24 condividiamo i primi pensieri dei nostri civilisti.

DAVIDE: 4/02/2024, sono GIA’ passati 4 mesi dall’inizio della nostra esperienza di SCU.
Ripensandoci mi sembra di essere partiti l’altro ieri, ma allo stesso tempo sembra già passato molto di più, per la quantità di lavori, avventure e scoperte fatti in questi primi mesi in Tanzania.
Provo a descrivervi quello che ho passato in questi mesi usando 4 parole:
Ottobre, SCOPERTA. Il primo mese è stato sicuramente quello della scoperta, della curiosità di conoscere questo nuovo ed affascinante mondo, abituarsi ai ritmi di vita più tranquilli ma allo stesso tempo a viversi la giornata a pieno, conoscere i nuovi colleghi ed i compagni di viaggio, che saranno la tua squadra e la tua ancora emotiva per un anno.
Novembre, ADATTAMENTO. Sicuramente a Dodoma questa caratteristica ci vuole, il secondo è il mese in cui abbiamo preso consapevolezza della realtà locale, ci siamo adattati a lingua, cibo, lavoro ed impegnati il più possibile per portare il nostro aiuto a Kisedet e Grtz.
Dicembre, GRATITUDINE. L’ultimo mese dell’anno è stato sicuramente uno dei più felici. Mi sono ricordato di quanto sono grato per aver concluso l’anno in altro paese per la prima volta, quanto sono grato all’associazione per avermi selezionato, a tutte le persone che ho incontrato durante questo ‘viaggio’ ed ai bambini per il loro sorriso che, nonostante il passato difficile, grazie a Kisedet hanno ritrovato e ci scalda i cuori ogni giorno.
Gennaio, MOTIVAZIONE. Il primo mese del 2024 è stato il via per tanti nuovi progetti e sfide, la motivazione e la grinta per continuare questa esperienza al massimo e sostenere i progetti che Kisedet gestisce, non solo le case di accoglienza ma anche microcredito, classi di bambini disabili, scuole professionali e molto altro.
Porto con me questa carica ed energia positiva che le persone che mi circondano mi trasmettono, per continuare ad arricchire il mio bagaglio emotivo e professionale.

AGNESE: La mia esperienza di servizio civile universale con Kisedet ngo inizia il 4 Ottobre 2023. Atterrata a Dodoma, Tanzania, insieme ai miei compagni, sono stata travolta da mille pensieri e sensazioni difficili da spiegare. Continuavo a ripetermi “non è un semplice viaggio, sarà la mia casa per i prossimi undici mesi”. Ho avvertito una grande gioia per essere finalmente arrivata, paura che caratterizza ogni grande inizio e soprattutto voglia di scoprire cosa mi aspettava. Sono trascorsi ormai quattro mesi e mi sento accolta e seguita dalla nostra OLP Giovanna, da tutti gli operatori locali e dai bambini/e e ragazzi/e dei centri di Kisedet. Le attività che noi civilisti svolgiamo variano molto e ciò ci permette di entrare in contatto con tutti i progetti dell’associazione. Inoltre, avvengono sempre in collaborazione e in affiancamento allo staff locale. Questo permette uno scambio di idee e opinioni. Se mi trovo nella casa di accoglienza a breve termine “Shukurani” le attività che compio spaziano dalla realizzazione di post per i social media, organizzare di file o documenti, etichettatura dei prodotti della bottega solidale, preparazione di attività e giochi per i bambini e ragazzi del centro. Nella casa d’accoglienza a lungo termine Chigongwe Family, ho la possibilità di fare anche diversi lavori all’esterno, essendoci un gran terreno che comprende orto, frutteto, vivaio e pollaio. Le sfide e le barriere comunque non mancano, come ad esempio la lingua, ma ciò è anche stimolante e mi permette di mettermi in gioco. Sono grata di vivere questa esperienza perché sto avendo la possibilità di entrare in contatto con una cultura diversa, con abitudini diverse dalle mie e soprattutto con sguardi diversi che voglio semplicemente cercare di comprendere. Se dovessi descrivere questi primi mesi userei proprio l’espressione “scambio di sguardi” che forse poi alla fine del servizio si muterà in “scambio di conoscenze”. Non mi sento “brava”, non voglio di certo cambiare il mondo, la Tanzania, Kisedet o la vita di qualcuno qui, voglio osservare, assimilare e contribuire che credo sia la cosa più utile.

SIMONE: La mia scelta di fare domanda per il Servizio Civile è nata soprattutto per una ricerca di crescita personale e per il desiderio di far parte di un progetto che rispecchiasse le mie idee e i miei valori. Dopo una lunga ricerca ho trovato il progetto di KISEDET che mi ha colpito per la varietà di attività e per gli ideali portati avanti dall’associazione, in cui mi ci ritrovavo pienamente. Sono entrato in Tanzania in punta di piedi, cercando di osservare il più possibile senza giudicare e facendomi trasportare da quello che mi succedeva. L’impatto iniziale è stato intenso e stimolante allo stesso tempo, ogni cosa era una novità, gli occhi non smettevano di osservare e la mente di processare le informazioni. Fin da subito i colleghi e i bambini ci hanno accolto calorosamente, siamo stati coinvolti nelle varie attività lavorative, ci hanno fatto esplorare la città e ci hanno spiegato abitudini e usanze tanzaniane. Ritengo sia molto importante per noi collaborare quotidianamente con lo staff locale perché ci permette di unire idee ed esperienze diverse e imparare l’un dall’altro. Noi civilisti ci occupiamo di varie mansioni, da quelle agricole, alle attività con i bambini a quelle più burocratiche e questo per me è molto stimolante. Dopo questi primi 4 mesi posso dire di avere imparato molto e spero di aver dato anche io il mio piccolo contributo. Ci sono cose che ancora non capisco e che magari non capirò mai e altre che invece voglio portare via con me.

ELISA: Ho scelto il SCU seguendo un istinto, una sorta di slancio vitale che ringrazio di aver seguito perché, a distanza di tre mesi, non potrei che esserne più felice. Sono partita dall’Italia senza aspettative, con la voglia di conoscere da zero una cultura a me sconosciuta, senza pregiudizi e con tanta voglia di imparare: sentivo il bisogno di scoprire un modo diverso di vivere, da portare in Italia al mio ritorno così da poterla contagiare nel mio piccolo con il mio bagaglio di esperienze. Ho scoperto il SCU grazie a un’amica, ho cercato un’associazione ben radicata sul territorio e che rispettasse la cultura locale e così mi sono imbattuta in KISEDET: un’associazione che sembrava piccola, ma che in realtà fa davvero molto per numerosi bambini e famiglie in condizioni di fragilità. Le paure sono arrivate appena scesa dall’aereo: “Questa sarà la mia casa? Davvero? Un anno? Ma come farò ad imparare la lingua? Riuscirò a integrarmi?”. Mi sono sentita spaesata, eppure questa sensazione se n’è andata in fretta non appena ho avuto modo di conoscere il calore e l’accoglienza di KISEDET e della Tanzania. L’esperienza di SCU è iniziata a “Shukurani”, il centro di accoglienza a breve termine che ospita anche il Drop-in Center e che si trova in città, a Dodoma. Lo staff ci ha aiutato a entrare gradualmente in questa realtà, supportandoci e affiancandoci nel nostro lavoro quotidiano: penso che questo approccio sia stato fondamentale per cominciare a conoscere l’ambiente, prima di iniziare a operarci attivamente. Dopo due mesi qui, ci siamo trasferiti a Chigongwe, a 30km da Dodoma, dove sorge il centro di accoglienza a lungo termine “Chigongwe Family”: qui abbiamo ri-scoperto uno stile di vita più lento e più a contatto con la natura e in poco tempo questa è diventata la nostra casa. A distanza di quattro mesi, sento di aver trovato la giusta serenità e sintonia con questo posto, eppure sono consapevole che c’è ancora tanto da scoprire e che il tempo probabilmente non basterà. Credo che per fare un’esperienza del genere sia fondamentale aprirsi a un ascolto attento e spogliarsi di qualsiasi pregiudizio, per comprendere anche ciò che è più distante, e forse anche in contraddizione, rispetto al nostro modo di vivere. Ringrazio il SCU e la Tanzania, perché mi hanno permesso di intraprendere un percorso di conoscenza che, tramite l’esterno, passa dentro di me e che spero di poter trasmettere a chi mi sta accanto.